ANCHE A TREVISO: FIOCCO GIALLO SUL CAPPELLO PER I NOSTRI MARÒ

ANCHE A TREVISO:
FIOCCO GIALLO SUL CAPPELLO PER I NOSTRI MARÒ

cappello con nastrino giallotutti-insieme-per-i-marò-212x300
Ora che entrambi i Marò, Massimiliano e Salvatore, sono entrambi in Patria i riflettori sulla vicenda si sono spenti. Girano le voci più strane sull’opportunità di mantenere il fiocco giallo sul cappello e sulla necessità di stare vicino ai due fucilieri di Marina. Persino nella nostra Associazione, che è nata ed è votata alla conservazione della memoria, pare che la questione sia stata dimenticata come si trattasse di un affare ormai terminato e consegnato alla Storia.
Così, ovviamente non è!

Come ha giustamente scritto Toni Capuozzo, all’indomani del rientro in Italia di Salvatore Girone (circa un anno fa): “E dunque, fine dell’odissea ? Certo, la vicenda viene svelenita dal sapere entrambi i marò a casa. Continua, però, il sequestro giudiziario. Ci vorranno ora altri due anni di discussioni sulle questioni di diritto internazionale, alla Corte arbitrale dell’Aja, per stabilire se a giudicare i due marò debba essere un tribunale italiano oppure un tribunale indiano. Che vuol dire che Latorre e Girone dovranno, alla fine, attendere sei anni per vedere realizzarsi il primo diritto di ogni imputato: avere un giudice, in grado di trasformare un’accusa pendente su di loro – e calunniosa, per un militare, accusato di aver sparato su persone innocenti e inermi – in un giudizio, colpevoli o innocenti. … Qualcosa ci dice che il processo sia un fine corsa sgradito sia all’India che all’Italia. Entrambe hanno troppi scheletri nell’armadio. L’India per tre anni e mezzo non solo non è riuscita a rinviarli a giudizio, ma neppure a formulare un capo d’imputazione. L’Italia che per quieto vivere non ha mai creduto alla loro innocenza ha solo da perdere da un dibattito in aula che rivelerebbe sbagli, omissioni, silenzi. Un processo su quello che avvenne il 15 febbraio di quattro anni fa diventerebbe inevitabilmente un processo in cui il vero banco degli imputati sarebbe quello in cui siedono i rappresentanti dei due Paesi, non quello dei due marò. Forse Italia e India si accorderanno prima, in un’intesa extragiudiziaria che eviti ad entrambi imbarazzi, che dietro parole altisonanti –storica amicizia, ragione e buon senso, eccetera – fornisca una comoda via d’uscita: chi ha dato ha dato e chi avuto ha avuto. E i due marò resteranno gli unici a pretendere, processo o meno, una verità piena che ristabilisca anche nelle carte l’onore che non hanno mai perduto.”

Io non dimentico e continuo a pretendere che a questi nostri ragazzi, che hanno saputo dare al Mondo una lezione infinita di dignità e delle grandi virtù di cui sono dotati i nostri militari, sia restituito l’onore!

Sono passati più di 5 anni ma io non dimentico e non desisto.
Ovviamente non toglierò il fiocco, anzi lo cambierò con un nastro che non abbia perso la brillantezza del suo colore giallo perché sia ben visibile.
Un piccolo segno che dica che io non mi rassegno e che continuo a pretendere la liberazione effettiva dei nostri due Marò e la restituzione di quell’onore e quella dignità che sembra oggi interessi a troppo pochi.
Spero che gli alpini con il fiocco giallo sul cappello siano sempre di più a significare che a noi importa la vita e l’onore dei nostri ragazzi in armi sempre e comunque. Perché gli alpini sono testardi come i muli e non sono capaci di dimenticare.
Se gli alpini dovessero iniziare a perdere la memoria sarebbe davvero un segnale orrendo.
Giustizia per Massimiliano e Salvatore!

Cesare Lavizzari

IMGP1544IMGP7003