Inaugurazione recupero Cardina

 

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Sabato 25 maggio 2013, verranno inaugurati e donati alla Comunità , i lavori di recupero di alcuni tratti della “Linea Cadorna” effettuati dal gruppo Alpini di Monteolimpino.

 

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Il Recupero di Cardina

LA  BATTERIA  DI  CARDINA

Generalità La batteria di Cardina, è una installazione militare risalente alla prima guerra mondiale, appartenente alla cosiddetta “Linea Cadorna”,  sistema difensivo costruito per contrastare eventuali azioni ostili tedesche contro l’ Italia attraverso il territorio svizzero. Per batteria intendiamo un reparto di artiglieria costituito da 4 cannoni, dagli uomini, dai mezzi  e dalle infrastrutture occorrenti al suo funzionamento.

Per cannone intendiamo una potente bocca da fuoco con canna di lunghezza superiore a 21 volte il diametro interno della canna stessa, che imprime al proiettile grande velocità, grande gittata e traiettoria tesa.

Cenni sulla zona dove è ubicata la batteria La batteria di Cardina è situata sull’ omonima collina, immediatamente a nord- ovest della città di Como, fra i quartieri di Monte Olimpino, Tavernola e Sagnino. Oltre che con sentieri pedonali, si può raggiungere tale località mediante una strada carrozzabile che si imbocca sulla via Bellinzona, la principale arteria che collega Como-città a Chiasso. Affacciata su uno dei più bei panorami al mondo, Cardina rimane, ancora oggi, un prezioso polmone verde all’interno dei quartieri sopra citati. Incastonato in un ampio prato esiste un piccolo specchio d’ acqua, denominato “Laghetto di Cardina” che costituisce un ulteriore elemento di caratterizzazione della zona. Le viste panoramiche che si possono godere da Cardina comprendono Como, il primo bacino del lago, la Spina Verde, il territorio ticinese. In particolare, l’ area dove sorge la batteria, con i suoi prati e i suoi boschi, è particolarmente amena e meritevole di una visita.  La batteria è situata, in posizione dominante, nei pressi del ristorante “Crotto del Lupo”, locale tipico esistente da lunga data. La batteria di Cardina costituisce l’ anello di congiunzione tra le vestigia esistenti, ad ovest, nel Parco della Spina Verde e quelle esistenti, ad est, nell’ area del Bisbino. Tra i suoi più celebri abitanti, Cardina può vantare Bruno Munari e Marcello Piccardo, importanti esponenti dell’arte, del design e della cinematografia italiana delXX secolo, Guido Ravasi, imprenditore tessile, che della sua dimora aveva fatto un luogo di incontri tra letterati ed artisti e Carlo Dossi, scrittore appartenente al movimento letterario della scapigliatura milanese, la cui villa, dalla caratteristica architettura, domina la città di Como. Per la tutela del territorio e per la promozione di attività artistiche e culturali, nel Dicembre 2007 si è costituita l’Associazione Cardina, che raccoglie gran parte degli abitanti della zona.

Caratteristiche fisiche della batteria Come già abbiamo accennato, la batteria è costituita da 4 postazioni per cannoni, disposte in linea di fila, situate ad una certa distanza l’ una dall’ altra per disperdere il più possibile gli effetti del tiro nemico. Due di esse sono visitabili. Ogni postazione ha forma di semicerchio con la parte convessa orientata verso il confine svizzero. La necessità di proteggere pezzi e personale addetto dal tiro avversario, ha imposto di installare ogni bocca da fuoco ad un livello inferiore rispetto a quello del piano di campagna circostante, mediante l’ esecuzione di lavori di scavo della sede della bocca da fuoco stessa. Pertanto i cannoni erano pressoché invisibili dalle posizioni occupate dal nemico ed il terrapieno che li circondava assicurava loro una certa protezione, inferiore, comunque, a quella fornita da una caverna o da una cupola corazzata. Solo la volata della canna sporgeva lievemente dal livello del suolo.  Tale tipo di sistemazione viene definito, con gergo tecnico, “in barbetta” Il nome deriverebbe dal fatto che la canna del cannone, sporgendo oltre il parapetto, “fa la barba” al terreno sottostante. Un muro perimetrale, che segue la pianta semicircolare della postazione, realizzato in pietra a vista ed alto circa 2 mt, fa da contenimento al terreno di fronte e ai lati del cannone e contribuisce alla protezione dell’ insieme. Nella parte interna del muro sono ricavate delle nicchie per il deposito delle munizioni di immediato impiego

Il fondo è pavimentato in pietra. Nelle immediate vicinanze esistono dei locali, sempre interrati, utilizzabili come deposito e ricovero dei serventi. Le dimensioni di una postazione sono, compreso lo spessore del muro perimetrale, pari a circa 10 mt sia in lunghezza che in larghezza. Tali rilevanti dimensioni inducono a pensare che le postazioni fossero destinate ai più potenti pezzi d’ artiglieria dell’ intera zona: i cannoni da 149.

ll cannone da 149 fu introdotto nel 1905 e costituì uno dei pezzi più longevi e diffusi dell’artiglieria pesante italiana. Esso  operò in tutte le fasi della guerra 1915-18 ed anche nella 2a guerra mondiale. Le sue caratteristiche sono:

Calibro : 149,1 mm – Lunghezza della canna : 5.722 mm. – Lunghezza del pezzo in batteria : 7.960 mm. – Peso della bocca da fuoco : 3.700 kg. – Peso del pezzo in batteria : 8.220 kg. – Settore verticale di tiro :

-10° + 35° – Gittata massima : 16.500 m. – Cadenza media di tiro 1 colpo ogni 3′ – Velocità iniziale del proietto : 651 metri/secondo

Il compito della batteria Compito dei cannoni di Cardina era quello di battere il territorio del Mendrisiotto, in Canton Ticino. Bersaglio principale era il Ponte di Melide Tale compito era svolto in concomitanza con un’ altra batteria da 149 situata nel comune di S. Fermo della Battaglia, in località Villa Prelio. Il fuoco combinato delle 2 batterie era pari a quasi 3 colpi al minuto, cadenza di tiro sufficiente a contrastare validamente ogni tentativo di sfondamento.

I lavori di recupero Grazie all’ impegno completamente volontario di numerosi Gruppi Alpini che hanno lavorato fianco a fianco per diversi mesi, si è potuto riportare 2 postazioni alla condizione originaria. Alla bonifica dei luoghi ha fatto seguito la ricostruzione muraria delle vestigia, compresi i locali accessori, che ha avuto luogo utilizzando le stesse pietre impiegate a suo tempo per l’ originaria edificazione. Contestualmente, si è riportata alla luce la pavimentazione in pietra delle postazioni, rimuovendo lo strato di detriti che la ricopriva.  In generale, Il lavoro non è stato facile causa il completo stato di abbandono delle infrastrutture, semicrollate e invase da vegetazione d’ alto fusto, in molti casi abbarbicata ai muri di contenimento. Rimuovere tali grossi esemplari arborei senza provocare ulteriori crolli ha richiesto un  lavoro di pazienza e di una certa abilità. Le operazioni di recupero hanno coinvolto anche i luoghi limitrofi. Degna di nota la bonifica dell’ area del laghetto, invasa ormai da anni da rovi e sterpi. In ossequio al rispetto ambientale, tutto il materiale di scarto derivante dagli abbattimenti è stato smaltito in modo ecologico mediante sua triturazione. Altri tipi di detriti sono stati trasportati in discarica  in modo da non lasciare alcun materiale estraneo disperso nell’ ambiente.

Oltre al recupero di una testimonianza del nostro passato di innegabile valore storico, si è voluto avviare un tentativo di riqualificazione ambientale delle aree collegate, interpretando una sentita esigenza espressa della comunità locale.

Giorni di lavoro :  65
 Inizio gennaio 2011 fine maggio 2013
Ore lavorate :  2284
Tot. camminamenti ripristinati :  300 mt
Terra movimentata :  82 m³
Muri a secco ripristinati :  113 mq
Recupero cantiere Cardina Grazie a tutti gli alpini e amici!
Gruppi alpini di Albese con Cassano, Bizzarone, Cavallasca, Drezzo , Gironico Monteolimpino, Ronago, Solbiate e Villaguardia.