Cenni storici e Generalità
L’occupazione militare del Bisbino avvenne gia nell’anno 1916 con la costruzione della strada congiungente Rovenna alla Vetta : progettata con un tracciato di 12 chilometri questa andava a sovrapporsi solo in brevi tratti alle antiche mulattiere.
I lavori vennero affidati all’impresa Tettamanti di Como per un importo d’appalto di L.140.000. Ad opera ultimata il permesso di transito venne concesso esclusivamente ai possessori di apposito lasciapassare, rilasciato in genere per il trasporto di legname o per il pascolo. Per le opere militari venne incaricata la Società Costruzioni A. Brambilla di Milano;
Entrambe le imprese utilizzarono mano d’opera locale, tradizionalmente pratica in lavori edilizi.
Gli alloggi per militari ed operai consistevano in baracche edificate in prossimità dei luoghi di lavoro, gli ufficiali del Genio invece venivano ospitati in abitazioni private o nei locali appositamente requisiti. Le occupazioni temporanee interessarono
parecchie proprietà, sia edifici che terreni, per i quali era prevista una quota mensile d’indennizzo stabilita dalla Direzione del Genio Militare di Milano; tra gli altri ricordiamo l’esproprio temporaneo dei locali nell’immobile “Ospizio Monte Bisbino”, situato in posizione strategica e in prossimità delle opere militari Principali.
Altro motivo do disagio per la popolazione locale fu la severa regolamentazione del pascolo, imposta dall’Ufficio Militare di S. Fedele d’Intelvi, che prevedeva, in caso di inadempienza, addirittura il sequestro del bestiame.
Occorre ricordare che i pascoli erano allora ben più estesi di quanto non siano oggi; camminamenti e trincee che attualmente giacciono in boschi piu o meno fitti, in origine occupavano luoghi adibiti in massima parte all’alpeggio.
Le opere di fortificazione si estendevano per piu di 2 chilometri, creando in pratica una linea di confine che spezzava la montagna in due parti; attualmente quelle rilevabili hanno uno sviluppo di 1,5 chilometri e occupano il territorio da una quota di 1120 metri s.m. fino alla vetta (1325).
Il Tracciato è appositamente a forma di L con le opere sottostanti il Santuario nello spigolo (il vertice Sur è in località P.zo Cavalera, quello ad Est alla Cà Bossi).
Un lato è quindi rivolto verso Ovest, l’altro verso Nord; entrambi sono forniti delle piazzole perospitare ciascuno una batteria di 4 pezzi di Medio Calibro; quindi otto strutture delle quali sette ancora in buone condizioni e l’ultima, all’estremità orientali, interamente coperta da una
casa per villeggiatura.
I cannoni eventualmente utilizzabili avevano un raggio d’azione superiore ai 12 chilometri e avrebbero permesso il dominio su ampia parte del territorio svizzero : da Chiasso a Mendrisio e, a Nord, fino al Monte Generoso.
Perno di tutta la struttura sono, come gia detto, le opere sottostanti il Santuario. Ad esse si accede su strada mediante una struttura a volta munita di cancello metallico eccezionalmente eretta con parti di cemento prefabbricate.
Sulla chiave dell’arcata è ancora presente, quasi intatto, lo stemma Sabaudo.
Proseguendo si incontra un cunicolo (molto più ampio rispetto ad ogni altro rilevato) anch’esso con copertura a volta, costituita di blocchi in pietra finemente squadrati; evidentemente con lo scopo di reggere al meglio il terreo soprastante particolarmente cedevole.
Una biforcazione immette poi, da una parte della trincea esterna arrivandovi, dopo un percorso curvilineo, attraverso due cancelli metallici; dall’altra alle postazioni per mitragliatrice (che erano anche i luoghi del Comando).
Questa ultime si trovano circa cinque metri superiormente e vi si accede mediante quattro rampe di scale, la prima ancora provvista dell’originale corrimano.
Le postazioni consistono in tre piccoli locali (orientati approssimativamente ad Ovest) provvisti di aperture con strombo verso l’interno e sportelli metallici che, unitamente ai cancelli
d’ingresso e immissione sulla trincea, isolano l’intera struttura.
Al contrario le strutture “esterne” sono totalmente prive di copertura a volta e legamenti di malta, i soffitti sono sempre costituiti da lastre più o meno spesse di pietra, eccetto l’occasionale uso di putrelle
per alcuni dei ricoveri sparsi sul tracciato.
Elementi costitutivi :
Ogni fortificazione, permanente o temporanea, comprendeva elevamenti ordinati in logica relazionale. Qui di seguito elenchiamo esclusivamente quelli appartenenti all’opera del monte Bisbino.
TRINCEA A CIELO APERTO :
Le linee di trincea a cielo aperto sul Bisbino hanno entrambe le pareti costituite in pietra a secco; altre, piu difficilmente rilevabili, esclusivamente il lato a monte; di altre ancora, delle quali possiamo
solo supporre l’esistenza, erano semplicemente scavate nel terreno.
CAMMINAMENTO COPERTO :
I camminamenti coperti servivano da collegamento tra le varie parti della fortificazione anche a notevole distanza; Garantivano un sicuro avvicendamento
delle truppe, agevole rifornimento di viveri e munizioni nonchè la rapida evacuazione dei feriti.
TRAVERSE :
Il tracciato delle linee è a forma irregolari. Le deviazioni che si susseguono a brevi intervalli si dicono traverse e avevano lo scopo di impedire il tiro d’infilata; Al contrario spezzando la linea in una
serie di corti tratti si limitavano gli effetti di fuoco nemico per tutta la lunghezza della trincea.
TRAVERSE A CIELO APERTO CON NICCHIA :
Alcune traverse a valle delle trincee presentavano una nicchia per l’avvistamento o posa di mitragliatrici.
SLARGHI SUL PERCORSO :
Per facilitare il passaggio simultaneo di due uomini, lungo le linee di trincea vennero perdisposti slarghi curvi o rettangolari. In questo caso servivano come luogo di sosta per l’avvistamento o per la
posa di mitragliatrici, come testimoniano le nicchie per munizioni ritrovate.
SCALE :
L’uscita delle trincee veniva agevolata da scale con gradini in pietra incassate nel muro a valle. Si trovano generalmente allo sbocco dei camminamenti (chiusi) sulla trincea.
RICOVERI IN GROTTA :
Lungo le linee o nei tratti terminali vennero ricavati locali adibiti a deposito di armi e munizioni e a temporaneo ricovero per i soldati. I muri
perimetrali sono in muratura a secco, ma generalmente si tratta di una grotta scavata nella roccia e lasciata senza finitura. I soffitti, in terreno cedevole, erano rinforzati da putrelle in acciaio.
CABINE PER MITRAGLIATRICI :
La fortificazione è dotata di 3 cabine (postazioni) per mitragliatrici, due delle quali accoppiate e munite di nicchie per le munizioni; la terza, più piccola, dista pochi metri ed è collegata alle precedenti per mezzo di un
camminamento scavato nella roccia. Il lato esposto all’esterno è in calcestruzzo cosi come il soffitto; gli altri lati sono invece in pietra legata con malta cementizia. Le aperture presentano
sportelli metallici.
PIAZZOLE D’ARTIGLIERIA :
Le piazzole d’artiglieria sono arretrate rispetto alla linea di cresta e sono profonde circa 1,5 metri. Su un lato si apre il deposito per le munizioni che può ospitare uomini.
Una scala, sul lato opposto, permette l’uscita all’esterno.
Date le dimensioni si presume che in tale spazio avrebbe trovato posto un pezzo da 149 mm Breda Mod. A.